Dergano, la piazza senza nome

In passato fu intitolata all’Insegnamento.

In questa videointervista, l’87enne Aldo Bartoli, medico, storico riconosciuto della memoria derganese, spiega due “perché” della piazzetta triangolare formata dall’incrocio di quattro vie di Dergano: via Ciaia, via Davanzati, via Guerzoni, via Bonomi.  Il primo perché rivela come mai quella che oggi i derganesi chiamano piazzetta Ciaia, ha tre querce al centro. Il secondo rivela il motivo incredibile per cui oggi la piazzetta è senza nome. In passato lo aveva. Fu intitolata prima a un pedagogista catalano, successivamente a un fascista. Poi a nessuno. A completamento della curiosa vicenda, segue un breve saggio di Paola Signorino sull’argomento.

Un periodo di forte scontro politico

La scuola elementare costruita nel primo dopoguerra

La scuola elementare costruita a Dergano dal comune di Affori nel primo dopoguerra

DI PAOLA SIGNORINO

Nel dicembre del 1920 l’amministrazione comunale di Affori, di cui Dergano faceva parte, insieme con Bruzzano, guidata dal sindaco socialista Dante Fagioli, operaio fonditore all’Alfa Romeo (stabilimento del Portello), decideva alcuni mutamenti nella toponomastica delle tre frazioni. A Dergano la Piazza Comunale divenne piazza Internazionale. La piazzetta creatasi di fianco all’edificio scolastico (costruito tra il 1913-14 dalla Cooperativa Edilizia La Fratellanza) venne denominata Piazza Insegnamento (1). Nell’intero Comune si dedicarono vie a Carlo Cafiero, Karl Marx, Cesare Lombroso, Emile Zola, Carlo Pisacane, Osvaldo Gnocchi-Viani, Bernardino Verro, Alessandrina Ravizza e Spartaco (2). Nell’ottobre del 1922, la seconda domenica del mese, tradizionalmente Festa di Dergano (ancora oggi),  vedeva il culmine delle violenze fasciste. Dopo una estate di provocazioni continue, minacce, sparatorie nei confronti dei socialisti e dell’amministrazione comunale, nel corso dei festeggiamenti un gruppo di fascisti aggredì la Banda locale nei pressi della scuola, dove si stavano suonando dei ballabili. Allontanati dai presenti, alcuni fascisti si recarono nei pressi del Circolo Rinascimento, dove scoppiò una rissa. Qui, uno di loro, Paolo Grassigli venne ferito. Morì in ospedale alcuni giorni dopo.

Fine della democrazia

Fu il segnale della battaglia: fascisti e nazionalisti calarono su Dergano, invasero il Circolo, lo trasformarono in caserma procedendo all’arresto di una quarantina di persone. Nel corso della “battaglia”, un abitante della Coperativa Edificatrice (presso cui aveva sede il Circolo) venne ucciso da un colpo di fucile. Il Circolo Rinascimento venne chiuso, riaprì solo ne 1945. Nel giro di poche settimane i fascisti defenestrarono anche il Sindaco Dante Fagioli. Uno dei primi atti della nuova amministrazione fascista fu di modificare le denominazioni della piazza di Dergano. Da Piazza Internazionale a Piazza Nazionale; Piazza Insegnameto divenne Piazza Grassigli. Alla caduta del fascismo, la piazzetta rimase senza nome, confidenzialmente chiamata dai derganesi “piazzetta Ciaia”, dalla via che arriva lì.

I riferimenti bibliografici su questa parte sono un po’ troppo lunghi, ma sostanzialmente le notizie arrivano dalla stampa locale socialista dell’epoca e dai verbali del consiglio comunale di Affori.

La chiesa con il vecchio campanile. Demolita negli anni 60

La chiesa con il vecchio campanile. Demolita negli anni 60

Paola Signorino

Note

(1) Come già proposto nel 1914, cfr. “La Battaglia Socialista”, Dergano. Sistemazione di vie e piazze per dar lavoro ai disoccupati, 24 ottobre 1914.

(2) Cfr. Archivio Civico del Comune di Milano, Comune di Affori, Atti del Consiglio comunale, 19 dicembre 1920. La toponomastica socialista ha un peso non indifferente nella costruzione dell’identità del movimento operaio italiano. A Milano rimane solo l’esempio di alcune vie a Greco: via Delle Leghe, via Popoli Uniti. Non è un caso che, una volta aggregati i comuni limitrofi a Milano, la nuova amministrazione fascista con la scusa di eliminare doppioni di vie ecc., procedette a cambiare tutti i toponimi legati alla classe operaia, al socialismo, alle idee libertarie ecc. E’ una storia affascinante, per certi aspetti.




Ci sono 2 commenti

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  1. Andrea Dante Achilli

    Ciao Daniele,
    sono d’accordo con te. Il papà di mia mamma, il mio nonno, il mio eroe, del quale porto orgogliosamente il nome.
    Ricordo racconti di vicini che avvisavano il nonno perchè stavano arrivando Avanguardisti e Camicie Nere per arrestarlo e di fughe rocambolesche con l’aiuto dei concittadini.
    Milano è antifascista, e dovrebbe dare l’esempio, non tanto per Dante in se, ma per il pensiero del quale si è fatto portavoce non violento.


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