Aler e Regione

II / Aler, disastro portinerie: l’assessore regionale ci risponde

Stefano Bolognini ha risposto, nel giro di pochi giorni, alla lettera che gli avevamo mandato. Riguardava la decisione (sciagurata), presa dalla Regione Lombardia di procedere con la chiusura delle portinerie in molti caseggiati Aler.
 La lettera, da noi indirizzata all’Assesore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, il cui testo integrale trovate QUI, sottolineava come la decisione, presa qualche anno fa, ma non da lui, abbia comportato l’assenza dei primi, seppur minmi,  livelli di controllo, accelerando notevolmente il degrado complessivo di interi quartieri, consegnati di fatto all’illegalità crescente. Ricordava come la decisione di “licenziare” decine e decine di custodi abbia comportato un duro colpo per l’occupazione femminile. E come ciò sia avvenuto nel totale disinteresse di Comune, sindacati e Prefettura.  
Sotto il testo della lettera, il nostro commento.

il testo della lettera

Caro signor Schena,
 
concordo con lei sull’importanza della presenza di custodi sul territorio e le numerose portinerie tuttora attive nei nostri quartieri – oltre un centinaio – ne sono la prova tangibile. Condivido con lei che le portinerie non sono abbastanza e che il piano di risanamento a cui è soggetta Aler Milano non ha contribuito ad aumentarne il numero. Infatti, in questi anni l’Azienda non ha potuto confermare i custodi con contratto a tempo determinato e nemmeno sostituire quelli andati in pensione per anzianità.
 
Quello che però mi preme farle sapere è che, nonostante questo limite, abbiamo pensato a modalità alternative per utilizzare le portinerie vuote e garantire, almeno in parte e dove è stato possibile, la nostra presenza. Abbiamo inserito all’interno di alcune portinerie inutilizzate i custodi sociali, che con attività di inclusione e animazione hanno contribuito a sviluppare una forma di presidio. Abbiamo affidato ad associazioni alcune guardiole dismesse, per sviluppare iniziative di socialità e prevenzione del disagio.
 

L’assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, Stefano Bolognini

Sappiamo che non è abbastanza ed è esattamente in questa direzione che ci stiamo muovendo, per dare un presidio rispettando le prescrizioni dettate dal piano di risanamento, pensando ad attività diverse che riempiano gli spazi al momento non utilizzati per le portinerie e colmino quei vuoti istituzionali a cui lei fa riferimento nella sua lettera. 

progetto SOCIALITà CON FIGURE PREPARATE

 Raccolgo la sua prima sollecitazione e le anticipo che stiamo studiando e definendo un progetto di socialità, completamente incentrato sull’impego delle portinerie non occupate da custodi. Stiamo immaginando di inserire sul territorio figure preparate, non solo per lo svolgimento dei tradizionali lavori di custodia dei caseggiati, ma anche per attività legate all’accompagnamento, alla coesione e alla domiciliarità, da effettuarsi in modo continuativo e quotidiano. Così facendo pensiamo di dare un’opportunità, ai caseggiati che hanno subito l’assenza di un custode, partendo proprio da lì con un piano sperimentale che serva anche ad accompagnare i residenti verso una corretta convivenza e gestione di spazi e beni all’interno dei caseggiati.
 
Concludo, richiamando l’altro spunto sul quale ci invita a riflettere, ossia sull’azione che tutti i soggetti del territorio devono mettere in campo, per garantire il governo del territorio che non è rappresentato solo dalle case, ma anche dalle strade e dalle piazze. Con Aler vogliamo fare la nostra parte e, richiamando le sue parole, faremo in modo che siano le “attenzioni quotidiane” a riavviare un percorso di miglioramento della qualità della vita nei quartieri.
 
Stefano Bolognini

QUALCHE nostra CONSIDERAZIONE

Ringraziamo l’Assessore, per la cortese e sollecita risposta, cosa sempre più rara nelle istituzioni. Ammette implicitamente che la soppressione delle portinerie, senza adeguata sostituzione con figure alternative, rappresenta un grosso problema per le case gestite da Aler. Inoltre, l’Assessore:
– annuncia un piano “sperimentale” di inserimento di “figure preparate”. In pratica dovrebbero superare il vecchio concetto della custode tuttofare, dovrebbero essere figure mirate al co-housing (“accompagnamento, coesione e domiciliarità”), all’impegno quotidiano; 
– annuncia che detto piano sperimentale inizierà proprio dai quarteri rimasti più a lungo senza custodi, purtroppo non accenna ai tempi necessari per applicare tali propositi; 
– ammette che il piano delle “custodi sociali” avviato in qualche situazione, è molto parziale e limitato;
– non chiarisce quante portinerie sono state chiuse, ma non smentisce, peraltro, la quantità da me ipotizzata, circa 2-300;
– ammette che, effettivamente, l’Aler è stata privata dei finanziamenti per rinnovare i contratti alle custodi. E senza che vi sia stata una reazione adeguata a livello istituzionale;
– sottolinea come i compiti di sorveglianza della pubblica via/piazza dove esplode l’illegalità non spetti all’Aler. L’stituto, infatti, non ha gli strumenti idonei e non è deputato a farlo. Il compito è demandato ad altri organi: polizia locale (Comune) e forze dell’ordine in genere (Stato, Prefettura).
R. S. 



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