IL LUNGO SUICIDIO DI TURING SOTTO GLI OCCHI DI CHURCHILL
Il decifratore di Enigma, il più intelligente degli agenti segreti, il grande matematico padre dell’informatica, il più giovane membro della Royal Society subì il martirio omofobo nel silenzio del mondo. Soprattutto di Churchill: allo scienziato il peggio accadde sotto il suo secondo premierato…
Foto grande in alto: tutta la classe di Alan Turing a 19 anni, in una foto del 1931 al King’s College, Cambridge. Era il più bravo dell’istituto
Nel corso di una intervista all’ex ministro Giulio Tremonti (15 luglio 2024, La7), tra le varie risposte, ha ricordato “en passant” che Alan Turing (1912-1954), decifratore del codice di Enigma e membro della Royal Society fu, in soldoni, una vittima di Winston Churchill, premier all’epoca dei fatti. C’è da sobbalzare, ma in effetti vale la pena di approfondire.
Innanzi tutto le date. Lo statista fu primo ministro due volte, una prima fra il 1940 e il 1945, una seconda volta dal 1951 al 1955. L’accademico britannico Alan Touring lavorò al servizio di Sua Maestà durante il primo mandato e morì suicida nel 1954, dopo una lunga crisi provocata da vere e proprie spietate torture giudiziarie inflittegli tramite iniezioni di estrogeni, decretate dai tribunali di Sua Maestà per “curare” nel modo più idiota e crudele la sua omosessualità. Il quadro storico da tenere presente è la “caccia alle streghe” inaugurata contro comunisti e omosessuali durante la Guerra Fredda, negli Stati uniti in base alla forsennata campagna guidata dal senatore Arthur McCarthy e nel Regno unito nei modi che qui saranno spiegati.
Come e peggio di Oscar Wilde
Il 31 marzo 1952 Alan Turing denunciava dei furti a opera di un prostituto, amico o conoscente del suo giovane amante Arnold Murray, diciannovenne disoccupato. Incredibilmente, furono arrestati lui e il Murray per omosessualità e condannati in quanto tali. Turing in particolare fu accusato di “comportamento indecente con un 19enne”. Il giovane Murray beneficiò della scarcerazione condizionale, non altrettanta clemenza si concesse al grande matematico, nonostante gli importanti servizi resi al Regno. Al contrario, il tribunale gli scaraventò addosso nel modo più stolido tutto l’odio possibile, prospettandogli soltanto la possibilità di scegliere fra i due anni di carcere previsti dalla legge, come toccò allo scrittore Oscar Wilde, o di accedere alla “castrazione chimica” mediante assunzione di estrogeni, i principali ormoni sessuali femminili.
Turing, terrorizzato dal carcere e dalla distruzione della propria reputazione, optò per la “cura” ormonale. Purtroppo fu un grave errore, gli costò la vita. Per oltre un anno fu sottoposto a un vero e proprio martirio dovuto all’inumano trattamento, che gli provocò impotenza, calo della libido e una ginecomastia, lo sviluppo del seno.
La depressione e l’umiliazione subite furono i motivi che lo condussero, il 7 giugno 1954, al suicidio, ottenuto mangiando una mela precedentemente trattata col cianuro. In psicologia il suicidio è un gesto di protesta. Da un punto di vista strettamente giudiziario non ci sarebbero dubbi: nei suoi confronti è stata adottata una particolare strategia di induzione all’autodistruzione, con rischio implicito di soluzione suicidaria. A riguardo, non è mai stata aperta un’inchiesta e ancora oggi, nonostante la tardiva riabilitazione del 2013, la versione ufficiale sostiene la mancanza di prove dirette, del tipo “lettera d’addio” o “lo sfogo” con qualcuno, per una tesi del genere.
Accademico tra i più illustri
Alan Turing durante la guerra, come sapeva bene Churchill, aveva decifrato il codice di Enigma, il complicato sistema di copertura adottato dai tedeschi per le comunicazioni in codice interne al mondo militare germanico. Grazie a lui e alla sua squadra gli Alleati poterono controllare i movimenti delle forze armate di Hitler. Dalla sede di Bletchley Park, sito dell’unità principale di crittografia e sede della “Scuola governativa di codici e decifrazione” (GC&CS), aveva lungamente collaborato in prima linea con i servizi segreti, assumendo via via un ruolo importante, sia per la difesa britannica, sia per l’industria, bellica e civile.
Dal 1950 Turing era un accademico: fu prima premiato come pensatore di logica per le sue scoperte in campo matematico, poi eletto membro della prestigiosissima Royal Society, fondata nel 1660, la più antica accademia scientifica esistente al mondo, il cui compito è riunire tutte le più importanti personalità scientifiche. Il premier Winston Churchill, sempre perfettamente al corrente della carriera di Turing, sapeva bene quale ruolo e quale compito spettasse ai dipendenti di Bletchley Park, conosceva benissimo le loro serietà e lealtà, tanto da definirli “come le oche che deposero uova d’oro e non si spezzarono mai”, per dire che la segretezza era totale e che da Bletchley non uscì mai una parola, nemmeno dopo la guerra.
Sotto il secondo premierato di Churchill
Il premier era al corrente anche di ogni singolo passo dell’arresto per omosessualità, avvenuto il 31 marzo 1952, quando era primo ministro già dall’ottobre precedente. Tutte le persecuzioni che colpirono Turing accaddero sotto il premierato di Churchill dal 1951 al 1955: arresto, processo, condanna, depressione, suicidio, tutto fu realizzato in quei quattro anni. Durante la legislatura precedente, in mano al premier laburista conte Clement Richard Attlee, Turing non fu mai toccato, anzi, fu durante il premierato di Attlee che avvenne la sua elezione alla Royal Society.
“Soggetto a corruzione”
Churchill era al corrente di ogni passaggio della persecuzione contro Turing, fin dal 1951; era al corrente della sentenza spietata del 1954 e degli effetti collaterali che avrebbe avuto la castrazione chimica sul fisico dello scienziato. Non ha fatto nulla per fermare questa follia perché l’intero establishment non si fidava a priori dello scienziato: un “pervertito” non poteva che essere potenzialmente soggetto a debolezze, corruzione, immoralità, tradimento e quant’altro di peggio. La decisione di procedere con la sua esecuzione de facto maturò probabilmente già subito dopo il suo autorevole ingresso alla Royal Society. L’esecuzione informale fu tacitamente autorizzata da Churchill, nonostante fosse l’unico in grado di salvarlo con argomenti ineccepibili, non fosse che per la riconoscenza dovuta allo scienziato.
David Maxwell Fyfe, volto inglese di McCarthy
Rimane da capire perché tanto accanimento contro il povero Turing. Churchill, in realtà, nel clima del maccartismo e della Guerra fredda, porta la responsabilità di avere nominato ministro degli Interni David Maxwell Fyfe, noto per il suo odio viscerale verso le persone omosessuali. Egli annunciò subito un “regno di paura” per i gay maschi. Fyfe avviò una campagna per “liberare l’Inghilterra da questo vizio maschile… questa piaga”. Allo scopo istituì un corpo speciale di agenti incaricato di frequentare luoghi noti per la presenza di omosessuali, di avvicinarli, adescarli e di arrestare chiunque avesse corrisposto. Ammise l’intercettazione telefonica, la falsificazione di documenti e l’assenza di mandati giudiziari per le perquisizioni.
L’aumento degli arresti quintuplicò in un anno. Il fatto curioso è che Fyfe, avvocato procuratore, fu qualche anno prima uno degli accusatori ai processi di Norimberga. Il suo controinterrogatorio a Hermann Göring fu uno dei più noti della storia giudiziaria. In seguito ebbe perfino un ruolo nella stesura della Convenzione europea sui diritti dell’uomo. Eppure, come ministro dell’Interno guidò una delle più forti campagne d’odio e di repressione contro gli omosessuali. Così non se ne erano mai viste nella storia del Regno Unito e dell’Europa, quella nazista compreso.
Tardiva marcia indietro
I risultati erano preoccupanti, lo stesso Churchill rimase scosso dal suicidio di Turing e da una serie di arresti clamorosi a danno di stimatissime personalità. Poco dopo essere stato insignito del premio Nobel per la Letteratura, istituì una commissione altamente scientifica presieduta dal barone Lord John Wolfenden. Suo incarico fu compiere un’inchiesta sui troppi casi di condanne per omosessualità emersi dalle cronache. Il comitato iniziò a riunirsi nel 1954. Dopo una lunga serie di colloqui, terminò la sua missione nel 1957 con una relazione in cui si raccomandava all’unanimità che “il comportamento omosessuale tra adulti consenzienti in privato non dovrebbe più essere un reato penale”.
Contrariamente alle “prove” addotte da alcuni testimoni medici e psichiatrici di quel tempo, per la prima volta nella storia della medicina, una commissione medico-scientifica trovò che “l’omosessualità non può essere legittimamente considerata una malattia. Infatti, in molti casi è l’unico sintomo ed è compatibile con la piena salute mentale sotto altri aspetti”. La relazione condusse, nel volgere di un decennio, superando l’opposizione isterica del ministro dell’Interno, all’abrogazione degli articoli di legge che la rendevano illegale. Così, nel 1967 il Regno unito fu uno dei primi Paesi occidentali ad abolire il reato di omosessualità. In Europa rimaneva tale fino agli anni Settanta inoltrati.
Da sottolineare: Oscar Wilde morì a soli 46 anni di depressione, Turing a 41, sempre della stessa malattia. Le personalità omosessuali di una certa levatura, è il caso di dire, nel Regno unito non superavano i 50 anni. Lo scrittore irlandese, perlomeno, tentò di reagire con un viaggio in Italia, dove l’omosessualità non era reato, però fu subito attaccato da un’infame Matilde Serao, ma Turing non tentò neppure questo passo, probabilmente perché era al corrente di troppi segreti e sapeva che difficilmente lo avrebbero lasciato libero di vivere e lavorare altrove, per esempio con l’ingegner Adriano Olivetti.
Oggi Bletchley Park è un sito divenuto famoso nel mondo, visitato da turisti, grazie alla letteratura e al cinema attenti all’impegno dello scienziato.
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