I CITTADINI AIUTANO MILANO A SALVARSI DALLA SPECULAZIONE
Sono molti i cittadini ad avere segnalato, tramite la Rete dei Comitati, l’apertura di cantieri, anche importanti, consentiti da procedure semplificate che evitano di passare il controllo del Consiglio comunale e dei Municipi. In pratica, sfuggono al normale iter urbanistico. Secondo i pm, si tratta di un vero e proprio “sistema” parallelo alle leggi esistenti, aggira le norme a garanzia dell’interesse pubblico. Ecco la mappa delle prime 15 indicazioni
Da oltre un anno la magistratura milanese vuole vedere chiaro dentro una sere di operazioni apparentemente normali, condotte alla luce del sole ma di cui solo pochi addetti ai lavori erano a conoscenza in termini reali. Ecco di che cosa si tratta: interi palazzi costruiti in breve tempo all’interno di cortili, o a ridosso dei pochi polmoni urbani magari “con vista sul verde pubblico” o che tolgono sole e aria agli altri residenti, grattacieli approvati ed eretti in pochi mesi là dove prima c’era magari un villino liberty, a detrimento di parcheggi e altri standard urbanistici, e addirittura senza pagare oneri di urbanizzazione. Il tutto passa per piano di recupero, quando in realtà si tratta di procedure semplificate particolari, denominate “Scia” o “Pdcc” (vedremo che cosa sono).
In precedenza, da diversi anni i cittadini rimarcavano, con le loro battaglie sul territorio, le vicende controverse della cosiddetta “rigenerazione urbana”. Alla fine, la Procura è scesa in campo incaricando tre pm, Marina Petruzzella insieme ai colleghi Mauro Clerici e Nicola Filippini, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, di indagare su certi aspetti delle denunce.
La Rete dei Comitati
I cittadini, a questo punto, che già s’interrogano da anni, provano a dare una mano all’inchiesta. Alla fine di luglio, precisamente il giorno 29, alle ore 11, una rappresentanza della Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano ha presento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano un elenco di 15 situazioni da verificare da un punto di vista normativo e giuridico. “Si è spesso costruito troppo e senza la dovuta attenzione ai bisogni dei cittadini”, afferma il comunicato della Rete dei Comitati, ecco perché ha avviato, già in maggio, una campagna denominata “Okkio al cartello”. Scopo è raccogliere le informazioni raccolte da cittadini milanesi riguardanti cantieri autorizzati tramite SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), o PDCC (Permesso Di Costruire in Convenzione), ambedue indicate appunto nel cartello di inizio e fine lavori.
Scia e Pdcc sono di fatto delle procedure semplificate, utilizzate a man bassa per evitare il normale iter urbanistico. Se da una parte quest’ultimo si presenta spesso lungo e farraginoso, dall’altra si è lasciato che si abusasse di tali strumenti, trasformati come per magia in autorizzazioni veloci, ma carenti dei relativi Piani Attuativi del Piano del territorio, l’ex Prg. I Piani Attuativi del Ptg, scrive la pm Petruzzella, che sta indagando su precedenti casi, “sono fondamentali per il rispetto degli standard urbanistici di legge e dei limiti inderogabili di densità e altezza”. A suo parere, avverte, “l’area tecnica del Comune di Milano ha costruito attraverso un sistema illegittimo di circolari e determinazioni dirigenziali”, una sorta “di statuto parallelo alle leggi dello Stato e della Regione”, a cui hanno largamente attinto i costruttori.
Servizi sottratti
All’iniziativa “Okkio al cartello” hanno partecipato, come accennato, numerosi cittadini milanesi ed è tuttora in corso; ha raccolto da loro, finora, una trentina di segnalazioni, per le quali il Comitato ha eseguito un regolare accesso agli Atti presso il Settore Urbanistica. Gli Atti rilasciati finora sono stati 15 sul totale delle 30 pervenute dai cittadini, proprio loro spesso vittime delle nuove affrettate costruzioni. Come già notato dalla pm Marina Petruzzella nel corso delle inchieste attive da oltre un anno, la prassi di costruire dentro i cortili, edificando torri e palazzi al posto di laboratori e piccoli edifici, è “un fenomeno grave, perché sottrae agli abitanti dei fabbricati circostanti spazio vitale, luce, aria, sole e veduta, con ripercussioni negative sulle condizioni ambientali e la vivibilità”. A subire queste condizioni negative, continua la pm, sono “non solo i residenti già insediati, ma anche quelli che vanno ad abitare nelle nuove costruzioni e quelli dell’intera zona, ai quali vengono sottratte quote di servizi, soprattutto primari, come il verde e i parcheggi, di cui Milano è cronicamente sottodotata”.
L’elenco delle segnalazioni
Ecco quindi che le 15 segnalazioni consegnate si muovono nel solco indicato dalla pm. I curatori le hanno munite di prove fotografiche, “ai fini di un Vostro intervento che ne verifichi la legittimità e regolarità”, scrivono quelli dei Comitati ai pm, “in difetto delle quali auspichiamo un’apertura dei relativi procedimenti. Riguardano le seguenti situazioni (vedi in fondo all’articolo le relative mappe):
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